Via Santa Maria in Via [1] (R. II, Trevi - R. III Colonna) (da Largo Chigi a via Marco Minghetti)
La via ha preso il nome dalla chiesa che, già menzionata nel X secolo, deve essere stata ricostruita più ampia e decorosa sotto Alessandro IV (Rinaldo di Jenne - 1254-1261), dal cardinale Pietro Capocci, per un’immagine della Vergine, dipinta in lapide silicea, venuta a galla in un pozzo di sua proprietà. Pozzo che fu incluso nel tempio, ed ebbe, fino alla metà del secolo, XVII una tradizione, che affermava che esso possedesse una pietra del pozzo della Samaritana.
L’attributo "in Via" può esserle venuto dalla vicinanza della Flaminia, sulla quale, per mancanza di edifici intermedi, si affacciava, oppure dalla strada antica, selciata con i poligoni romani di lava basaltina, trovata a 6 o 7 m di profondità alla destra della chiesa, che si dirigeva verso il Pincio. Tracce della strada sono anche state trovate dietro il palazzo Poli e nell’arco dell’acquedotto della Vergine, con l’epigrafe di Claudio, che indica certamente ai suoi piedi l’antica strada che dal “collis hortolorum” scendeva alla Flaminia con l’andamento approssimativo del Tritone [2].
Fu riedificata, nel 1491, sotto Innocenzo VIII (Giovanni Battista Cybo - 1484-1492) e Leone X (Giovanni dei Medici - 1513-1521), nel 1513, l’affidò ai padri Serviti, questi la riedificarono dalle fondamenta nel 1549.
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[1] ) Nel primo tratto, da via delle Muratte, si chiamava prima Via dei Sabini (Vedi via dei Sabini – Rione Colonna).
[2] ) L’appellativo potrebbe anche venire da “Santa Maria in Vinea”, come era precedentemente chiamato il tempio.
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